Un Anno Fa…Giro d’Italia 2021, Gianni Savio sull’esclusione della Androni: “Una vergogna sportiva, perché la Vini Zabù? Non so se continuerò”
Gianni Savio non accetta di buon grado l’esclusione della sua Androni – Sidermec dal Giro d’Italia 2021. Il general manager della formazione italiana ha commentato senza mezzi termini ai microfoni di SpazioCiclismo la decisione di RCS Sport di assegnare le tre Wild Card restanti a Bardiani CSF Faizané, Eolo-Kometa e Vini Zabù, aggiunte alla presenza già ufficializzata della Alpecin-Fenix, invitata di diritto come miglior squadra Pro Team 2020. L’unica italiana rimasta esclusa è quindi la sua Androni, nonostante i buoni risultati conseguiti nelle ultime stagioni, tra cui tre delle ultime quattro Ciclismo Cup e buoni piazzamenti nelle classifiche per team UCI. E Gianni Savio non le ha mandate a dire.
Un commento sulla scelta di RCS.
Il commento è semplice: è una vergogna sportiva. Una infamia sportiva.
Perché l’Androni è stata esclusa, prediligendo le altre realtà italiane?
Spiego la mia idea sugli inviti. La Eolo è vero che è al primo anno da Pro Team, ma pare anche che abbia un progetto con risorse economiche notevoli. Quindi deve essere presa in considerazione. Sotto il profilo sportivo non ritengo sia superiore a noi, assolutamente. Ma ci stava bene, ormai sappiamo che gli organizzatori cercano di contemperare esigenze sportive con esigenze economiche. Anche la Bardiani ci andava bene, mi pare sia la squadra più longeva. Hanno una storicità. Voglio sempre essere obiettivo, hanno condotto una campagna acquisti che ha portato il tre volte campione italiano Giovanni Visconti ed Enrico Battaglin.
Attenzione però: se la terza squadra fosse stata l’Arkea-Samsic non avremmo avuto niente da dire. Hanno Nairo Quintana, che ha vinto un Giro e fatto un podio un altro anno. Non avremmo avuto niente da dire e avremmo preso atto, ovviamente con rammarico. Io e Marco Bellini abbiamo un progetto giovani di società per reperire risorse maggiori. Non avremmo detto nulla. Ma che la terza Wild Card sia assegnata a una squadra che per quattro anni è arrivata dietro di noi sia nel ranking UCI sia nella Ciclismo Cup non mi sta bene. Noi da quattro anni a questa parte siamo sempre risultati la miglior squadra italiana del ranking UCI e della Ciclismo Cup.
Se nello sport esiste ancora un valore sportivo e una meritocrazia, com’è possibile che venga premiato chi ha sempre ottenuto risultati inferiori a noi? L’anno scorso noi abbiamo portato due corridori sul podio del Giro: Simon Pellaud, vincitore dei traguardi volanti e Mattia Bais per i chilometri in fuga. Abbiamo sempre onorato il Giro. Due anni fa abbiamo vinto con Fausto Masnada. Stiamo portando avanti un progetto giovani. Abbiamo preso Santiago Umba, intendo farlo crescere come fatto con altri corridori. Continuiamo un progetto giovani con il quale nelle ultime stagioni abbiamo lanciato nel World Tour Ballerini, Vendrame, Cattaneo, Masnada, Sosa e un certo Egan Bernal. La squadra che è stata scelta al posto nostro non ha un progetto giovani, non ne ha lanciati. E ha perso tutti i corridori migliori. Visconti è andato via, Wackermann è andato via…
Quindi non bastano innesti come Mareczko, o Gradek, per giustificare la Wild Card?
Qui parliamo di un Giro d’Italia. Conosciamo i precedenti di Mareczko. Con tutto il rispetto che ho per Mareczko, è un velocista di seconda fascia. Non ho assolutamente nulla contro di lui, attenzione. Lo apprezzo come corridore. Noi in squadra non abbiamo un velocista superiore a lui, sia chiaro. Abbiamo Malucelli, che si avvicina a Mareczko, ma anche lui è un velocista di seconda schiera. Dire che la Vini Zabù è stata invitata al Giro per Mareczko è fuori da ogni logica.
E quindi perché è stata invitata la Vini Zabù?
Non ho risposte. Non commento perché non ho elementi per commentare. Dico solo che è una grande ingiustizia. E non solo, è una vergogna sportiva. Significa che i valori sportivi, etici e morali non contano più nulla. Questo è un mondo permeato di ipocrisia, ma a me piace dire quello che penso. L’anno scorso abbiamo fatto una rescissione consensuale di contratto con un corridore, Matteo Spreafico. E non entro nel merito di questo. Il corridore è stato preso da questa squadra ed è stato trovato positivo proprio al Giro d’Italia. Dove esiste un motivo per dire che la scelta a scapito dell’Androni è giusta e motivata? Io parlo di dati oggettivi, come i ranking. E quella squadra è sempre arrivata dietro di noi. Non posso e non voglio dare una spiegazione a questa scelta, mi limito a definirla un’infamia sportiva che quasi annienta valori sportivi, etici e morali.
Hai già avuto modo di parlare con RCS di questa scelta?
Non intendo farlo.
Questo rischia di pregiudicare i rapporti tra di voi?
Abbiamo già ricevuto gli inviti per le altre corse italiane. Non è che perché ora dico la verità ed espongo dei dati possono cambiarli. L’unica cosa positiva di questa vicenda amarissima è la solidarietà che ho trovato da tantissimi tifosi. Ho ricevuto moltissimi messaggi.
Si sente tutta la delusione per l’esclusione.
In una carriera praticamente trentennale ho affrontato delle avversità e finora sono sempre riuscito a superarle. Questa per me è una mazzata tremenda. Il colpo più forte che è stato inferto in tutta la carriera. Cosa sarà del domani? Non lo so. Non sto dicendo che intendo lasciare perché questo mondo e questo sistema mi disturba.
Che cosa, nello specifico?
Bisognerebbe ampliare il discorso sulla riforma dell’UCI, che ha ridotto le Wild Card e permette a presunte grandi squadre di presentarsi alle corse con corridori che sembrano operai che vogliono soltanto timbrare il cartellino. I dati dimostrano che i grandi team puntano solo al Tour de France. Forse arriveremo a questo discorso, dipende se deciderò di continuare o no.
Ma voi continuerete il vostro progetto? I vostri sponsor?
Non lo so. Non sto dicendo che intendo lasciare il ciclismo, ma non sto neanche dicendo che intendo continuare. È un mondo fasullo, in cui il dio denaro ha fagocitato tutto e la meritocrazia non esiste più. Ormai è una realtà di fatto, se mi dimostrano il contrario io lo accetto. Ma non è così.
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